DANCEABILITY E INCLUSIONE
Cosa vuol dire inclusione?
Penso di aver davvero compreso il significato di inclusione nel 2015 quando iniziai il corso per insegnanti di DanceAbility.
La DanceAbility è un metodo di danza per l’appunto inclusivo. Permette di far ballare tutti indistintamente dalle proprie capacità fisiche di movimento o capacità intellettuali. Fino a quel momento vedevo la danza solo per alcuni arrivando da percorsi accademici. Questa conoscenza è stata una rivelazione che mi ha dato una sensazione di libertà oltre ad avermi fatto scoprire un mondo fino a quell’ora sconosciuto.
Ma come si può includere tutti? Nel caso della DanceAbility si guarda il “minimo comune denominatore”.
Cosa tutti possono fare? Muovere le braccia? Gli occhi? Le mani? E se uno non può muovere nulla perché ha una paresi grave?
La domanda che ci si pone è: Respira?
Se tutti respirano allora possono tutti danzare e quindi essere inclusi. Perché la danza, il movimento parte proprio dal respiro quindi sarà sempre quello a guidare. La DanceAbility non mi ha fatto comprendere l’inclusione solo mentre si danza, ma anche mentre si sta insieme nella vita quotidiana. Durante le lezioni mi sono resa conto di quanto spesso è facile escludere qualcuno, ma ancora più facile è autoescludersi.
Nella società ci è stato insegnato a non dare le spalle alle persone quando si parla in un gruppo, ma se ci trovassimo in cerchio e solo una persona è seduta su una sedia a rotelle e tutti sono in piedi non c’è comunque in parte una mancanza di inclusione? Di certo non volontaria, ma sicuramente la persona seduta, che non può stare in piedi, avvertirà una sensazione di diversità da portarla a sentirsi esclusa.
Fortunatamente c’è un modo per evitare che questo accada e non è certamente sedersi tutti, ma basta che solo uno si sieda ed ecco che non si crea quella forte discrepanza che si può avvertire e notare nel caso precedente.
Il momento invece dell’autoesclusione è quando, sempre in gruppo, una persona si gira e dà le spalle a tutti. In quello momento la persona nell’escludere tutti, sta escludendo se stessa dal gruppo.
In tanti anni di lavoro come insegnante di DanceAbility, ho sentito spesso persone dire che trovano importante l’inclusione, ma quando avvengono situazioni inclusive tendono ad autoescludersi e non partecipare.
Un esempio è proprio nelle lezioni di DanceAbility che ancora adesso fatico a spiegare che non è una “lezione di danza per DISABILI” ma è una “lezione di danza per TUTTI che include ANCHE persone con disabilità”. Se sanno che partecipa un disabile allora la persona “normodotata” tende ad escludersi. Se cercassimo in significato del termine includere sul dizionario troveremmo “Inserire dentro come elemento aggiuntivo”
Includere è il valore aggiunto della vita.
Ma spesso la paura del diverso ci porta ad evitare questo e si finisce per fare una sottrazione.
Eppure è proprio nella diversità che si cresce e si migliora e se è vero che siamo tutti uguali perché tutti abbiamo un corpo fatto di pelle, muscoli ossa e respiriamo, è anche vero che siamo tutti diversi perché non esiste una persona identica ad un’altra e quindi, se stiamo tutti insieme, ognuno di noi potrà aggiungere qualcosa nel gruppo e così ogni individuo all’interno del gruppo crescerà e imparerà qualcosa di nuovo.
Anni fa scrissi questo testo per un spettacolo che credo riassumi questo concetto in maniera abbastanza esaustiva.
“Chi sono io? E tu? Ci conosciamo?!
È importante sapere tutto questo?
A volte no… ma forse conoscendoci impariamo qualcosa di più.
L’importante è mantenere una mente libera dai pregiudizi.
Sai, quelli sono uno dei mali peggiori.
Mi chiedi perché? Beh, creano grandi muri e si finisce per chiudersi ognuno nel proprio recinto. Direi una vera e propria prigione!
Tu mi dici che però siamo diversi.
Effettivamente è vero.
Io ad esempio ho gli occhi castani, tu azzurri. Io comunico con una voce squillante, tu con gli occhi o con un sorriso… Qualcun altro si muove nello spazio grazie a una sedia con delle ruote…
E questo ci rende…DISUGUALI… Si, ma direi anche…UNICI!
Ma se ci osservassimo bene, non siamo fatti tutti della stessa sostanza?!
Non abbiamo tutti quanti un corpo fatto di ossa, muscoli e pelle?!
E cosa dire del respiro… non è pur vero che tutti respiriamo?!
Allora non siamo così tanto diversi…abbiamo così tante cose in comune!
Allo stesso tempo è bello avere qualche differenza: ci permette di vedere il mondo da altre prospettive.
Se non ci lasciassimo prendere dai pregiudizi, se abbattessimo le mura che abbiamo costruito intorno, ci accorgeremmo che ognuno di noi può insegnare qualcosa all’altro.
In quel momento sì che è bello conoscersi! Uno potrebbe “rubare” qualcosa dall’altro e arricchirsi. E poi un altro potrebbe donare un pezzetto di sé…
E se scoprissimo che ognuno di noi è una parte differente di uno stesso corpo?
Cosa ne so… tu sei una gamba e io magari il braccio… qualcun altro la testa…
A quel punto comprenderemo che siamo tutti uniti, ognuno con il proprio spazio e la propria autonomia, ma per andare avanti dobbiamo farlo stando insieme…”
di Claudia Crivellari
Ph: Marco Lavagetto & Simona Casalino (Spettacolo “Puzzle” DanceAbility – Uildm Genova)